urbanistica

 

    

 

 

Nell’ambito delle attività A10 di studio e di ricerca applicata al territorio del cratere sismico è stato analizzato il rapporto tra la pianificazione territoriale ed urbanistica per la ricostruzione ed i fenomeni di rischio idrogeologico che caratterizzano le aree appenniniche, nella maggior parte dei casi frane, in alcuni casi alluvioni. 

L’analisi ha restituito un quadro conoscitivo molto dettagliato dell’insieme degli strumenti messi in campo dalle ordinanze commissariali come i piani attuativi per la ricostruzione previsti dall’ordinanza del Commissario di Governo n. 25 del 2017 che indicavano le aree con maggiori problemi dovuti alla presenza di grave danneggiamento del patrimonio edilizio causato dal sisma e che spesso si sono rivelati soggiacenti anche a condizioni di pericolosità idrogeologica. Su tale tema, una accurata ricerca di tutte le perimetrazioni individuate dai comuni ha permesso la realizzazione una copertura geografica georeferenziata che rappresenta il quadro di riferimento delle pianificazioni attuative previste per la ricostruzione. 

Proprio le problematiche legate al dissesto idrogeologico caratterizzano l’ambito ReSTART, un territorio con una morfologia molto accentuata dovuta alla presenza della catena appenninica il cui culmine si trova nella zona di confine delle quattro Regioni. In questa zona, tra l’altro, è presente la cima più alta degli appennini (il Gran Sasso in Abruzzo) e poco distanti i monti Sibillini tra cui il Vettore (tra Umbria e Marche). Il settore est dell’ambito è caratterizzato da una struttura a “pettine” di fossi/fiumi che hanno origine dalle cime appenniniche per poi sfociare nel mare Adriatico. Su questo settore è presente una morfologia contraddistinta dalla presenza di fondi valle con quote decrescenti verso il mare. Infine il settore ovest compreso nelle Regioni Lazio e Umbria è contraddistinto da una morfologia prevalentemente montagnosa con valli più o meno incise. Il modello digitale del terreno nell’immagine seguente ben evidenzia le peculiarità del territorio dell’ambito ReSTART.

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Immagine satellitare dell’ambito ReStart

 

Grazie ai rilievi svolti all’indomani del sisma dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, partner del progetto Restart, sono stati individuati i livelli di agibilità degli edifici danneggiati dal sisma; sulla base delle schede di rilievo AeDES.è stato possibile realizzare una copertura georiferita in modo da restituire una visione della distribuzione spaziale del degrado del patrimonio edilizio. Per consolidare le conoscenze del territorio sono state aggiornate le basi cartografiche e le mappe di uso del suolo e svolta una ricognizione sul sistema dei beni culturali ed ambientali e sulle aree protette.

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Esemplificazione dell’aggiornamento dell’edificato (in colore giallo)

 

Si è osservato come su queste stesse aree della ricostruzione gravino spesso condizioni di pericolo da frana e da alluvione che è stato quindi necessario studiare omogeneizzando il grande patrimonio di conoscenze esistente ed utilizzando le più moderne tecnologie satellitari e rilievi di campo nell’ambito attività A1 e A2 per l’idraulica ed A3, A4 per le frane. 

La figura seguente mostra il caso di una frazione del comune di Norcia su cui insiste la perimetrazione di un piano attuativo per la ricostruzione (perimetro rosso) interessata da un esteso fronte di frana.

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Esempio di una frazione da ricostruire soggetta al rischio R4 da frana (in rosso nell’immagine)

 

Per analizzare l’Ambito sono state acquisite, prodotte e sistematizzate moltissime informazioni, tra cui le grandezze che esprimono la vulnerabilità e le possibilità di resilienza del territorio, testimoniate dai dati raccolti che – per la loro mole – risiedono in  una griglia ordinatrice che abbiamo chiamato il «Book dei comuni»; il Book rappresenta la conoscenza del territorio, ne  valuta le condizioni individuando valori e criticità, propone indicazioni progettuali per la ricostruzione in sicurezza e le potenzialità territoriali di ciascun comune. Il progetto del “Book dei Comuni” delinea un approccio metodologico in grado di integrare conoscenze provenienti dai diversi settori disciplinari così da restituire un quadro di riferimento territoriale il più aggiornato e fedele possibile per accogliere progetti ed interventi di ricostruzione in condizioni di sicurezza idro-geologica.

Per descrivere quindi il territorio sono stati elaborati una serie di indicatori rappresentativi dell’Ambiente Naturale, dell’Ambiente Antropizzato, dell’Aree Protette e Tutele, e della Difesa del Suolo. Per ciascuno dei 138 comuni che fanno parte dell’ambito ReSTART sono stati calcolati complessivamente 15 indicatori.

Gli indicatori determinati individuano alcuni punti di forza e di debolezza del territorio su cui impostare la ricostruzione dopo il sisma che non deve essere solo edilizia ma anche finalizzata a rigenerare il tessuto sociale ed economico che inevitabilmente, un evento calamitoso come un terremoto, interrompe.

Le immagini seguenti mostrano la landing page del sito web del Book dei comuni:

 

Il Database postgreSQL in cui risiedono i dati è uno dei contenuti del GeoPortale e può essere interrogato, produrre analisi e statistiche, funzionare come un vero e proprio strumento di supporto alle decisioni e costituire un modello integrato delle conoscenze per la ricostruzione in condizioni di sicurezza idrogeologica.

Il «Book dei comuni» è stato interamente pubblicato on line (link) ed è liberamente scaricabile, un breve video (link) ne illustra le finalità ed introduce alla consultazione.

 

GOVERNANCE

L’obiettivo principale del progetto Restart è rafforzare la capacità di governo delle istituzioni centrali, territoriali e locali mediante la messa a punto di un modello virtuoso che prevede la cooperazione delle parti interessate (stakeholder pubblici e privati); nel modello ReStart gli attori territoriali sono chiamati a cooperare in primo luogo nella costruzione e condivisione di un framework territoriale in grado di mettere in relazione e di integrare le conoscenze specialistiche dei diversi settori disciplinari. L’integrazione si rivolge infatti ad una pluralità di soggetti che detengono a vario titolo conoscenze decisive per orientare le politiche della ricostruzione non solo fisica ma anche socio economica del territorio. Nella fase successiva al verificarsi di un imprevisto evento calamitoso in grado di causare effetti distruttivi sui tessuti residenziali, produttivi, sulle reti infrastrutturali ed aggregative, sui contesti sociali e relazionali, le organizzazioni che entrano in azione, devono poter disporre di processi rapidi ed efficienti per la ricostruzione in condizioni di sicurezza idrogeologica e gestione sostenibile della risorsa idrica. Il progetto Restart, nello sviluppo articolato delle diverse discipline che sono state utilizzate per interpretare il territorio, focalizza le reciproche interazioni tra le organizzazioni – alla luce delle competenze istituzionali loro attribuite e tenendo anche in considerazione l’associazionismo locale – per procedere ad una integrazione ed un coordinamento tra le funzioni secondo una filiera virtuosa che mette a sistema le competenze, i tempi, le procedure, le conoscenze tecniche e gli strumenti amministrativi disponibili finalizzati alla ricostruzione.

In questo consiste sostanzialmente il modello per il rafforzamento della governance di Restart che si basa sulla conoscenza del quadro di riferimento territoriale integrato, sulla produzione di scenari futuri da confrontare con i modelli della ricostruzione, sulla capacità delle organizzazioni pubbliche e private che operano nel territorio di scambiare informazioni tra loro e di essere poi in grado di utilizzarle per facilitare la successiva operatività.

In questo contesto, il Geoportale Restart, inteso come snodo di soluzioni per la gestione e condivisione di procedure standardizzate di elaborazione, di strumenti per il caricamento/aggiornamento e la pubblicazione dei dati, risponde alla necessità di dare supporto alla formulazione delle decisioni ai diversi livelli istituzionali ed alle diverse scale geografiche per una capacità di risposta rapida al verificarsi dei fenomeni.

 

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Data di ultima modifica: 27/02/2023
Data di pubblicazione: 21/04/2020