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Si è svolto oggi il webinar "Sisma, frane, alluvioni: ricostruire in sicurezza" organizzato dall'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino centrale insieme al Consiglio nazionale dei geologi. L'iniziativa rientra tra le attività di comunicazione e formazione al rischio previste dal ReSTART, progetto dedicato all'area dell'Italia centrale colpita dai terremoti del 2016-2017 e finanziato dall’Agenzia per la coesione territoriale attraverso i fondi europei del Pon Governance e capacità istituzionale 2014-2020.
Ad aprire i lavori è stato il Segretario generale dell'Autorità Erasmo D'Angelis, che ha sottolineato la necessità di investire maggiormente nelle attività di prevenzione e, all'interno del cratere sismico 2016-2017, di ricostruire in sicurezza rispetto al rischio sismico e anche rispetto al rischio da frane e alluvioni. "Stiamo realizzando la Piattaforma Tecnologica, grazie alla quale è possibile monitorare il territorio e consultare i dati relativi al rischio idrogeologico e sismico dei 138 comuni del Cratere - ha spiegato - e ci stiamo avviando all'espansione di questo lavoro a tutto il Distretto dell'Appennino centrale".
Il presidente del Consiglio nazionale dei geologi, Arcangelo Francesco Violo, ha insistito sull'importanza del ReSTART e sul ruolo molto importante che hanno svolto le professioni tecniche, "il cui contributo è stato fondamentale nella gestione dell'emergenza e non solo".
Il consigliere del Cng Mario Nonne ha parlato dell'importanza del modello geologico nella ricostruzione e nella pianificazione sicura del territorio, mentre Daniele Mercuri, anch'egli consigliere del Cng, ha fornito un focus sulla microzonazione sismica e su due casi di analisi, riguardanti i comuni di Loro Piceno e di Cessapalombo, entrambi in provincia di Macerata.
La dirigente dell'Area amministrativa e giuridica dell'Autorità di distretto, Letizia Oddi, ha sottolineato: "La ricostruzione più resiliente integra le competenze tecniche e scientifiche con quelle giuridiche amministrative, poiché bisogna superare le problematiche procedurali e l'intreccio dei piani locali". Il dirigente dell'Area difesa suolo, nonché Responsabile unico per il procedimento del ReSTART, Carlo Ferranti ha così illustrato la motivazione alla base della nascita del progetto: "Dopo il sisma 2016-17 era necessario un nuovo modello di gestione del territorio, con un nuovo ruolo della tecnologia sempre più centrale per il controllo, la prevenzione e la pianificazione idrogeologica". Questi, ha detto in sintesi Ferranti, sono gli obiettivi strategici del ReSTART: "Supportare la ricostruzione nella massima sicurezza idrogeologica, riprogrammare la risorsa idrica e sviluppare un modello pilota di Governance". Le scosse di cinque anni fa hanno infatti anche modificato la portata di alcune sorgenti dell'Italia centrale. Ecco perché Pietro Ciaravola, dirigente dell'Area Risorsa idrica dell'Autorità, ha precisato che le attività del progetto riguardanti questo settore sono "rivolte all'analisi degli effetti degli eventi sismici in modo da poter ricostruire il nuovo quadro conoscitivo come base per la programmazione e la gestione più efficace della risorsa idrica".
I lavori sono stati chiusi da Daniele Moretti, responsabile del settore Sistema informativo e territoriale dell'Autorità, il quale ha illustrato il funzionamento del WebGis dell'area interessata dal sisma, già online (raggiungibile dal sito isituzionale dell'Autorità o direttamente all'indirizzo www.restartgis.it) e le caratteristiche e finalità della Piattaforma tecnologica ReSTART a cui l'Autorità sta lavorando con i suoi esperti, che oltre a contenere tutti i dati relativi al rischio idrogeologico del territorio consente un monitoraggio in realtime dei rischi da frane e alluvioni.

Data di ultima modifica: 15/12/2021
Data di pubblicazione: 01/07/2021