
Come mettere in sicurezza Roma rispetto al rischio alluvioni, ma anche come rendere il Tevere sempre di più un fiume pulito e da vivere. Si è parlato di questo e di molto altro al convegno “Progetto Roma sicura”, organizzato in Campidoglio da Roma Capitale e Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale. L’evento si è svolto tra l’altro alla vigilia della chiusura della gara per la progettazione di un sistema di invasi sul Paglia, uno dei principali affluenti del Tevere caratterizzato da colmi di piena che rappresentano un grave pericolo per i territori che attraversa. “Un progetto di grandissimo rilievo”, come ha sottolineato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri aprendo i lavori ed elencando i principali interventi messi in campo dal Comune per far fronte al rischio idrogeologico nella Capitale. Quello della prevenzione, ha non a caso sottolineato il Capo dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio prendendo la parola, è un tema fondamentale in questo ambito, “ed è essenziale da un lato che tutti gli enti preposti a tal scopo facciano sistema e, dall’altro, che i cittadini siano quanto più possibile coinvolti”. Anche da questo punto di vista la progettazione del sistema di invasi sul fiume Paglia costituisce un caso esemplare, prevedendo una fase di “dibattito pubblico” non solo tra enti locali e altre istituzioni, ma anche tra professionisti, associazioni, cittadini. “Questo progetto è ideato come un'opera condivisa con il territorio”, ha infatti sottolineato l’Assessore ai Lavori pubblici e infrastrutture del Comune di Roma Ornella Segnalini aggiungendo che al termine dei lavori non ci sarà un’opera che impatta negativamente sull’ambiente, e anzi gli invasi saranno “oasi naturalistiche che valorizzano il territorio”.
Sulla situazione di Roma rispetto all’approvvigionamento idrico e al rischio idrogeologico il Segretario generale dell’Autorità Erasmo D’Angelis è stato molto chiaro: “Nel paese più ricco di acqua d'Europa che è l’Italia, Roma è la città più ricca di acqua del continente. Ha una rete idrografica di scorrimento molto estesa, quasi 700 km di piccole vie d'acqua tributarie del Tevere e dell’Aniene”. Il problema, ha aggiunto, è che questa rete non la vediamo più perché per troppo tempo non c’è stata manutenzione e fortunatamente oggi, “con i fondi dell'ex ministero dell'Ambiente stiamo operando sugli 80 km di rete più pericolosi”. Ha spiegato il Segretario generale dell’Autorità: “Noi siamo molto preoccupati perché Roma ha una storia di piene devastanti che parte da lontano, dai tempi dei romani” e la manutenzione è fondamentale, nel tratto urbano e non solo. Ha anzi sottolineato D’Angelis evidenziando una differenza non di poco conto tra lo stato delle acque del tratto urbano e quello di altri territori di scorrimento: “Il Tevere è un fiume pulito. Se prendessimo solo il tratto di 56 km di scorrimento da Castel Giubileo alle foci (naturale di Ostia e artificiale di Fiumicino), il Tevere sarebbe il fiume più pulito del mondo, per l’attività di depurazione fatta in 15 anni da Acea. Sono stati fatti passi avanti giganteschi da questo punto di vista”, ha aggiunto richiamando l’obiettivo di fare sempre di più del Tevere “un fiume sicuro, pulito, da vivere”.
Al convegno hanno partecipato per l’Autorità anche i dirigenti Pietro Ciaravola (Area risorsa idrica) e Carlo Ferranti (Area difesa suolo) e l’avvocato Francesco Catania. La presidente di Agenda Tevere Paola Cannavò ha riportato l’attenzione al tema della vivibilità del Tevere e del suo valore ambientale, mentre il Direttore generale per le Dighe e le infrastrutture idriche ed elettriche del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili Angelica Catalano ha affrontato il tema della protezione del territorio con uno sguardo sul “miglioramento della sostenibilità degli interventi”. L’assessore ai Lavori pubblici e tutela del territorio della Regione Lazio Alessandro Mauri ha illustrato le misure programmate dalla Regione per la mitigazione del rischio dissesto idrogeologico, con un focus sul progetto riguardante la messa in sicurezza della Media Valle del Tevere. Il direttore generale Anbi Massimo Gargano ha allargato lo sguardo anche al tema dell’emergenza climatica, mentre hanno insistito entrambi sulla necessità di un maggior impegno nella prevenzione il presidente del Consiglio nazionale dei geologi Arcangelo Violo e il presidente del Consiglio nazionale ingegneri Armando Zambrano.