Ora e sempre resilienza

Introduzione di Erasmo D'Angelis

Come vedrete, questa newsletter è interamente dedicata all’avvio della Piattaforma Tecnologica di ReSTART. È un primo successo del lavoro iniziato un anno e mezzo fa con un team di 15 professionisti guidati dal dirigente dell’area difesa del suolo Carlo Ferranti nell’area dei 138 Comuni colpiti dal sisma 2016-17.
Il perché di questo impegno che utilizza le tecnologie più avanzate anche in real time, è nell’urgenza di voltar pagina.
Siamo sempre più convinti che il nostro destino di italiani non è subire l’alluvione o la frana o il terremoto, ma è la difesa dall’alluvione, dalla frana, dal terremoto. E in tempi di cambiamenti climatici che stanno mostrando rischi paurosi, non c’è spazio per la rassegnazione, e bisogna lavorare sul campo e sul “prima” con tutte le nostre energie, per compiere il secondo “miracolo” dopo la nascita della miglior Protezione Civile del mondo, nel sapere prevenire e nel saper ridurre i danni da catastrofe.

Il nostro lavoro di analisi e pianificazione di opere e interventi per contrastare il rischio e il dissesto idrogeologico, le competenze tecniche e scientifiche dell’Autorità di Distretto, la conoscenza delle caratteristiche e delle dinamiche del suolo, e delle acque superficiali e sotterranee, ci dicono che questa impresa è assolutamente alla nostra portata. Possiamo raccontare, dal cuore dell’Italia ferita, un’altra storia dispiegando tutti gli eccezionali progressi dell’ingegneria idraulica, della sismologia, della geologia, dell’architettura e nelle tecnologie.

Scoprirete, sfogliando anche le pagine del libro in distribuzione gratuita, quali formidabili opportunità offre la “piattaforma” con le nuove tecnologie nella tutela di vite umane e dei beni in questi nostri territori appenninici che meravigliano il mondo, rendendo ogni rischio gestibile. Sembra un ossimoro ma non lo è. È la consapevolezza che un livello di pericolo, in una penisola come la nostra, esisterà sempre, ma possiamo affrontarlo insieme con azioni adeguate, e ridurlo.
Siamo spinti in questo lavoro, che prosegue, dalla nostra idea di prevenzione, dalle sollecitazioni di chi ha vissuto dolori indicibili, da amministratori pubblici che devono ricostruire i loro luoghi, da professionisti e tecnici che devono garantire la qualità della ricostruzione, da chi vive e ama i paesaggi fatti di montagne incantevoli, valli profumate senza uguali, altipiani mozzafiato, gole, crinali, panorami ampi, centri storici e città scrigno di tesori e di identità. Abbiamo deciso di non limitarci a gestire un post evento straordinario con l’ordinario, ma con il massimo della tecnologia, dei saperi e delle soluzioni nel nostro lavoro di pianificazione idrogeologica e di tutela e gestione delle acque.

Come indica il nuovo Commissario straordinario per la ricostruzione, Giovanni Legnini, con il quale collaboriamo a stretto gomito, occorre far partire la ricostruzione più sicura, non è accettabile che a quattro anni dal terribile cluster di terremoti sia stato ricostruito solo il 6,5% dei circa 80.000 edifici distrutti o gravementdanneggiati, nonostante gli ingenti fondi stanziati. È il tempo del coraggio e della speranza, di rendere i procedimenti molto più snelli. veloci e anche sicuri. È l’obiettivo delle istituzioni, del Commissario e di tutti noi.
ReSTART con la sua piattaforma tecnologica completata sarà il multitasking delle conoscenze che ogni cittadino potrà consultare, lo “zainetto” digitale a portata di mano e di smartphone e tablet con dentro la conoscenza del territorio.

Per la prima volta nella storia dei nostri disastri naturali, insieme ai Ministeri e alle istituzioni regionali e comunali, alla Protezione Civile e ai suoi centri universitari di eccellenza, agli enti scientifici, i consorzi di bonifica, le aziende idriche, la struttura del Commissario straordinario per la ricostruzione, le associazioni e tanti cittadini, lavoriamo uniti per fare l’impresa della resilienza.

Cosa è la “resilienza”? È la forza di tutti noi, è la reazione di una comunità intera che ci consentirà di poter reggere e resistere. È conoscenza e presa di coscienza del rischio, lavoro costante di difesa e di autodifesa, per rialzarsi più forti di prima. Resilienza, per tutti, è anche un bel ripasso della geografia dell’Italia per mettere fine alla marginalizzazione della montagna che copre i due terzi della penisola ma da baricentro è diventata nel tempo lontana periferia. È capire fino in fondo i perché, e come invertire una tendenza all’abbandono che aumenta i pericoli. Il lockdown nella crisi epidemica ha mostrato quanto siano decisive le infrastrutture digitali, il driver strategico al centro della nostra impresa. Bisogna colmare anche le clamorose carenze di copertura di rete e le grandi difficoltà di connessione di un divario digitale che non penalizza solo la nostra ricezione dati, vitali per la sicurezza e la pianificazione della ricostruzione, ma soprattutto chi vive nei piccoli Comuni. È una delle cause dell’abbandono del nostro Appennino.

Se per noi italiani la cosa più fragile dopo ogni disastro è sempre stata la memoria e la rimozione delle cause dei disastri, ReSTART conterrà anche la banca dati della memoria delle calamità naturali, sistematizzando materiali di archivio, cronache e documentazioni disponibili. La memoria aiuta a comprendere i motivi della vulnerabilità e cosa fare per mettersi più al sicuro. Non nel futuro ma oggi, migliorando il presente.

Data di ultima modifica: 12/12/2020
Data di pubblicazione: 08/12/2020